Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale europea il 29 aprile 2024, la Direttiva UE 2024/1226 prevede misure restrittive al fine di garantire l’integrità del mercato interno dell’UE e assicurare un elevato livello di sicurezza.
Si tratta di misure in materia di congelamento di fondi e di risorse economiche, di divieti di ingresso o di transito nel territorio di uno Stato membro, nonché di misure economiche e finanziarie settoriali e di embarghi sulle armi; tutte misure che costituiscono un caposaldo per la promozione degli obiettivi di politica estera e di sicurezza comune.
Entro il 20 maggio 2025 gli Stati membri dovranno attuare la Direttiva introducendo reati che sanzionino le condotte poste in essere in violazione delle misure restrittive dell’Unione ed enucleate dal Parlamento e dal Consiglio.
Dovranno, quindi, costituire reato le condotte quali:
- mettere a disposizione o comunque a vantaggio di persone fisiche o giuridiche, entità o organismi oggetto di misure restrittive dell’Unione, fondi o risorse economiche;
- concludere operazioni con un Paese terzo, organismi o entità di un Paese terzo, compresa l’esecuzione di appalti pubblici o contratti di concessione, oggetto di divieto o restrizione;
- commerciare, importare, esportare, vendere, acquistare, trasferire, far transitare o trasportare beni oggetto delle misure restrittive UE, nonché fornire servizi di intermediazione, assistenza tecnica o altri servizi connessi a tali beni.
La Direttiva richiede agli Stati membri di prevedere in aggiunta alla responsabilità per le persone fisiche anche quella delle persone giuridiche per le condotte poste in essere da soggetti apicali o sottoposti a loro vantaggio o nel loro interesse in violazione delle misure restrittive UE.
Il Legislatore italiano, quindi, oltre a intervenire sul codice penale, dovrà modificare ancora una volta il Decreto Legislativo n. 231/2001, inserendo nel novero dei reati presupposto le nuove fattispecie penali che sanzioneranno le violazioni delle misure restrittive UE.
Conseguentemente, per poter vantare un Modello Organizzativo aggiornato ed efficace gli Enti dovranno mappare le nuove aree di rischio inerenti ai reati presupposto di cui alla Direttiva e introdurre procedure ad hoc.
avv. Federica Beltrame